Ave Maria
Composer: Vincenzo De Giorgio (1864-1946), 1890
This score is a reduction from the original score for voice, organ, piano
and violin.
Recording: not available |
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Lyrics: |
Score: |
A-ve Ma-ri-a! gra-ti-a ple-na,
Do-mi-nus te-cum,
be-ne-di-cta tu in mu-li-e-ri-bus,
et be-ne-di-ctus fru-ctus ven-tris tu-i, Je-sus.
San-cta Ma-ri-a, Ma-ter De-i,
San-cta Ma-ri-a, San-cta Ma-ri-a, Ma-ter De-i,
San-cta Ma-ri-a, Ma-ter De-i,
o-ra pro no-bis pec-ca-to-ri-bus,
o-ra pro no-bis pec-ca-to-ri-bus,
nunc et in ho-ra,
nunc et in ho-ra, in ho-ra mor-tis, mor-tis nos-trae,
o-ra pro no-bis, o-ra pro no-bis, o-ra pro no-bis,
San-cta Ma-ri-a,
o-ra pro no-bis, o-ra pro no-bis, o-ra pro no-bis,
A-men. |
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The first 17 measures of (instrumental only) intro have
been omitted from this preview.
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Internet reference: Vincenzo de Giorgio
in Australia (1898-1903)
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Biography of VINCENZO DE
GIORGIO
source |
Vincenzo De Giorgio nasce a
Scurcola Marsicana nel 1864 e quì muore nel 1948. Di famiglia agiata, (il
padre Benedetto era medico condotto), il giovane musicista compì i propri
studi musicali presso il Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli,
dove ebbe come insegnanti gli illustri Beniamino Cesi e Cesare Martucci
per il pianoforte, e celeberrimo Manuel Patricio Rodrìguez Garcia per il
canto.
A Napoli egli entrò a far parte dell'importantissima scuola napoletana,
una scuola di fama internazionale per la lunga tradizione vocale e per i
tanti nomi di artisti che qui a Napoli vennero per arricchirsi e per
arricchire: Rossini, Donizetti, Rossomandi, Tosti. Una Scuola pure
importante per la tradizione pianistica fondata da Thalberg sul principio
del pianoforte che canta. Di entrambe queste tradizioni il De Giorgio fu
un interprete consapevole.
Il Maestro, subito dopo aver concluso gli studi, iniziò a dare concerti in
Italia: a Napoli e a Firenze sopratutto. In questi concerti, che
presentavano programmi nutriti, (Chopin, Liszt, Beethoven, Rossi, Rameau,
Thalberg, Schumann) egli diede prova non solo della maturità tecnica
raggiunta, ma anche delle raffinate capacità interpretative. La fama del
De Giorgio, però, non è legata alla sua attività concertistica, bensì al
suo lungo e meticoloso lavoro di insegnante di pianoforte e, in particolar
modo, di canto.
Nel 1891, infatti, il Maestro pubblicò a Napoli la sua unica opera scritta,
il libro Canto e Cantanti: una guida che si rivelò preziosissima per i
giovani cantanti, in cui erano concentrati consigli sia di natura tecnica
sia di natura artistica da tenere a mente nel corso degli studi. Il libro
era anche pieno di osservazioni perspicaci e puntuali, frutto sicuramente
dell'esperienza e della formazione del giovane. Musicisti, cantanti e
insegnanti di fama internazionale scrissero a De Giorgio per
complimentarsi della sua opera: il baritono austriaco Joseph Kaschmann, il
baritono italiano Mattia Battistini, il tenore italiano Angelo Masini, il
baritono francese Victor Maurel, il soprano italiano Erminia Borghi Mamo,
il contralto italiano Barbara Marchisio, tanto per citarne alcuni.
Nel 1898 Vincenzo De Giorgio decise di compiere un viaggio in Australia e
da questa terra, così lontana geograficamente e culturalmente dalla
propria, restò affascinato, tanto che decise di stabilirvisi per svolgere
la propria attività. Nel 1901 il libro fu pubblicato anche nel giovane
continente e nello stesso anno ad Adelaide il Maestro fondò una scuola
intitolata al genio italiano Giuseppe Verdi, che chiamò appunto Società
Lirica Giuseppe Verdi. In questa scuola il musicista si occupò della
formazione di giovani cantanti destinati all'Opera e offrì, finalmente,
all'Australia la possibilità di avere un centro di formazione per giovani
musicisti e di rendersi indipendente dall'Europa e dall'America nella
rappresentazione delle opere musicali.
Di lì a qualche anno il musicista italiano si trasferì a Sydney, dove
trovò un ambiente più prolifico per il suo lavoro. Tanti sono gli allievi
che egli preparò e formò nei trenta anni di soggiorno australiano. Tra
questi si ricordano: il soprano Bessie Blake, il mezzo contralto Jessie
Bartlett, il mezzo contralto Annie Mills, il soprano Gwen Selvs che,
durante la sua tourneè europea, alla sala "Old Vic" di Londra fu
richiamata una seconda volta sul palcoscenico dagli applausi di un
pubblico ammirato, il soprano Doroty Ewbank, il soprano Freda Gilder,
oltre ai pianisti Roy Mackey e Marion Markey; questi restano tra i nomi
più importanti del panorama musicale australiano, e non solo, dei primi
decenni del '900.
Il Maestro con i suoi allievi ebbe un rapporto di grande intesa e affetto,
un rapporto che andava oltre quello di insegnante e allievo e questo
grazie alla generosità e alla sensibilità particolare che egli manifestò
sempre nel corso della sua vita. Vincenzo De Giorgio fu anche un
compositore. Il suo genere preferito fu la canzone. Attraverso la lirica
riuscì, infatti, ad esprimere tutti quei valori che da buon italiano e da
buon marsicano erano propri del suo animo, come l'amore, la famiglia, il
rapporto con Dio, la natura e ovviamente l'importanza della musica nella
vita di ogni uomo. Una delle sue liriche Music Divine fu scelta come pezzo
di lettura a prima vista negli esami di pianoforte del Conservatorio di
Sydney.
Al musicista fu offerto anche un posto di docente all'Università di
Melbourne, ma egli rifiutò per poter restare vicino ai propri allievi e
per poter portare avanti il proprio progetto nella Scuola. Negli anni in
cui visse in Australia, il Maestro organizzò concerti allo scopo di
promuovere i propri allievi nel mondo musicale di Sydney. Egli stesso
curava i programmi dei concerti e l'accompagnamento al pianoforte.
Il suo più importante successo, nonché l'ultimo, fu la rappresentazione,
nell'ottobre del 1927 al King's Hall di Sydney, dell'opera buffa La serva
padrona di Giovan Battista Pergolesi, un ulteriore omaggio che egli volle
fare alla propria terra natia con l'aiuto degli allievi più meritevoli. La
rappresentazione fu un vero successo e il Maestro volle salutare in questo
modo la terra e il popolo che gli avevano dato tanta fiducia per tanti
anni.
Nel 1928 Vincenzo De Giorgio tornò in Italia per vivere nella modestia e
nella semplicità la vecchiaia e morì nella solitudine della sua casa,
malato di broncopolmonite, nel dicembre del 1948. Quasi nessuno dei suoi
compaesani di allora si rese conto del suo spessore intellettuale, delle
sue notevoli capacità e dell'importanza che il musicista aveva avuto e
aveva dato all'Italia nel corso della sua vita. Di lui si ricordano anche
la generosità d'animo e la grande disponibilità verso gli altri.
Adriana Curini 12 Novembre 2002 Università degli Studi dell'Aquila
Cattedra di Storia della Musica Relatore prof. Walter Luigi Tortoreto
Titolo Tesi: "Un musicista marsicano in Australia: Vincenzo De Giorgio"
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November 01, 2011
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